Raperonzolo | Favole per Bambini

Raperonzolo

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Tempo di lettura: 8 Minuti

C’era una volta un taglialegna che viveva felice nella sua casetta, insieme con la moglie, tanto buona e cara. A tenere loro compagnia c’erano un grosso cane e tre colombelle bianche.

Un bel giorno:

– Marito mio… – Disse la moglie – presto non saremo più soli: avremo un bambino!

– Mia cara, tu mi dai una immensa felicità… – Disse il Taglialegna – ora dovrai preparare le camice per il nostro piccolo. Mettiti pure a cucire tranquilla, a tutto il resto penserò io.

E il marito, premuroso e felice, aiutava la donna in tutti i modi. Ma c’è un’altra cosa che dovete sapere. Accanto alla casa del taglialegna, abitava una strega, molto cattiva ed egoista.

Questa strega aveva un bell’orto, di cui era orgogliosa e gelosissima, tanto che lo aveva fatto cintare con un muro molto alto, perché nessuno potesse guardare all’interno. Ma proprio in quest’orto si affacciava una finestra della casetta del taglialegna.

Una mattina:

– Che bel sole, marito mio… – Disse la moglie del taglialegna – adesso apro la finestra e mi affaccio…Oh! Ma che vedo laggiù? Dei Ravanelli! Chissà come sono buoni, così freschi e teneri: ne mangerei volentieri qualcuno

– Mangiare dei Ravanelli? – Rispose il marito – mia cara… sai che sono della strega, e quella è tanto cattiva che non te ne darebbe nemmeno uno piccolo piccolo!

–Già… dimenticavo… bè, pazienza…

Ma un giorno in cui la moglie non stava bene e rifiutava qualsiasi altro cibo, il taglialegna decise di procurarle ad ogni costo quei famosi ravanelli. Aspettò notte e, zitto zitto, si calò dalla finestra nell’orto della strega e colse in fretta qualche ravanello.

Alla moglie piacquero tanto che ne volle mangiare anche il giorno dopo, e l’altro ancora… e il povero marito ogni volta si intrufolava nell’orto della strega a coglierli.

Ma una brutta notte il taglialegna si vide comparire davanti la strega in persona, circondata da parecchi corvi neri e gracchianti.

–Ma guarda! – Disse la strega – il misterioso ladro di ravanelli eri tu dunque!

I corvi evidentemente avevano fatto la spia, riferendo alla strega quando il ladro si presentava nel suo giardino per rubare i famosi ravanelli.

–Ti costerà molto cara questa tua sfacciataggine!

Il taglialegna, vistosamente spaventato disse:

–Sono per mia moglie, strega… da un po’ di giorni non vuole mangiare che ravanelli.

–So tutto, so tutto… – ribeccò la strega – e so anche che aspettate l’arrivo di un bambino… bene, bene… allora, se tu vuoi i miei ravanelli, io voglio la creatura che nascerà! Non Temere, l’alleverò con cura e sarò per lei come una madre.

Il pover’uomo era tanto spaventato che non seppe rifiutare.

Dopo poco tempo nella casa del taglialegna nacque una bella bambina. La strega venne a prendersela e le mise il nome di Raperonzolo.

I due sposi piansero e supplicarono la strega, affinché lasciasse loro la piccina, ma la vecchia non volle sentire ragioni.

Il taglialegna e la moglie rimasero di nuovo da soli.

Passavano gli anni, e Raperonzolo cresceva e diventava sempre più graziosa. Un giorno la strega, accortasi di quanto stava diventando bella la bambina, iniziò a pensare:

–Raperonzolo diventa sempre più bella, e io non voglio che qualcuno la veda : potrebbero portarmela via. Bisogna che escogiti qualcosa … Ho trovato! Porterò Raperonzolo nel fondo più fondo della foresta e la chiuderò in una torre! Una torre con una finestrella ma senza porta… No, è ancora poco. Una volta che l’avrò chiusa nella torre, porterò via la scala, Raperonzolo si lascerà crescere i capelli, si farà due lunghe trecce, e, tutte le volte che io vorrò andare a trovarla, le calerà dalla finestra della torre come una corda, e io mi ci arrampicherò!

E la povera Raperonzolo venne chiusa nella torre. Ogni sera la strega andava a trovarla:

-Raperonzolo! Buttami le trecce! – diceva la strega

-Ecco, strega … ahi! Piano … ecco …

E la strega si arrampicava fino alla finestra della torre.

Dal canto suo, Raperonzolo passava il tempo a farsi quelle lunghe tracce bionde e a cantare graziose canzoncine.

Una sera, mentre la fanciulla cantava, passò di lì un principe che la udì

Care, piccole stelle,

che brillate nelle sere più belle,

io vi guardo qui sola nella torre,

io vi guardo mentre il tempo scorre…

-Che stupenda vocina – Disse il principe – e come deve essere dolce la fanciulla che la possiede! Vorrei vederla, ma questa torre è senza porte: come posso fare?

Il principe stava allontanandosi tutto triste, quando scorse la strega che, ai piedi della torre, gridava:

-Raperonzolo! Buttami le trecce!

-Ah! Ecco il segreto! – osservò il principe.

La notte seguente, il principe lasciò che la strega se ne andasse, si avvicinò alla torre e chiamò:

-Raperonzolo! Buttami le trecce!

-La strega deve essere raffreddata – pensò Raperonzolo – Ecco! Oh, bisogna che mi aggrappi, come pesa questa sera la strega! Avrà certamente un regalo per me, ed anche molto pesante… oh! Ma tu non sei la strega! Chi sei?

Spaventata Raperonzolo cercò di scappare e chiamare aiuto, ma il principe la rassicurò:

-Non avere paura, bella fanciulla, sono un principe. Vioglio esserti amico e ascoltarti mentre canti

-Un principe?! Va’ via subito! Se ti scopre la strega sono guai!

-Ma io non ho paura, sono venuto per stare con te.

-Vorrei tanto che qualcuno mi tenesse compagnia: sono sempre così sola

-Non essere triste, Raperonzolo, io ti prometto che verrò a trovarti tutti i giorni e ti racconterò tante cose.

E così avvenne…Finché un giorno i due giovani scoprirono che oramai non potevano vivere l’uno lontano dall’altra e decisero di sposarsi. Ma bisognava lasciare la torre, così escogitarono un piano:

-Per uscire da questa torre so io cosa dobbiamo fare – Disse Raperonzolo al principe – Ogni giorno porta con te un pezzo di corda: quando ne avremo tanti li intrecceremo in modo da farne una scaletta e così potremo scendere tutti e due, e tu mi porterai via sul tuo cavallo bianco. E’ bianco il tuo cavallo vero?

-Non è bianco, Raperonzolo, ma ci porterà lontano, nel mio regno

Peccato, però, che Raperonzolo un giorno, distratta com’era, disse alla strega, mentre questa si arrampicava sulle sue trecce …

– Oh, come sei pesante, strega! Sembri addirittura più pesante del principe!

– Principe? Per tutte le scope stregate! Quale principe?!

E la strega venne a sapere tutto e presa dall’ira decise di tagliare le trecce a Raperonzolo

– No! Pietà, no!… – implorò la povera fanciulla

– E invece sì!… E ora, miei corvacci, venite qui: portate subito Raperonzolo in un deserto, in modo che d’ora in poi viva lontana da tutti!

In quel momento la strega sentì arrivare il principe e per cercare di ingannarlo legò le trecce alla finestra in modo da permettergli di salire.

– La strega?! Ma dov’è Raperonzolo?

– Se n’è andata lontano e tu non la rivedrai mai più!

E dicendo così la strega staccò le trecce dalla finestra, così il principe precipitò miseramente dalla torre! Il poveretto atterrò proprio sopra un cespuglio di rovi e, purtroppo, le spine lo accecarono, ma dato che l’amore è più forte di ogni cosa, si alzò e solo e cieco andò alla ricerca di Raperonzolo. E camminò, e camminò per molto tempo, continuando a cercare Raperonzolo e vivendo di elemosina, finché un giorno, lacero e affamato, si ritrovò in un deserto.

– non resisto più, Raperonzolo è perduta per sempre, la chiamerò un’ultima volta, poi mi accascerò qui ed aspetterò la morte. RAPERONZOLO!

E il principe cadde a terra.

Mai avrebbe pensato che la sua Raperonzolo fosse proprio li, poco lontana! Infatti la fanciulla udì il disperato richiamo e si avvicinò a quello che credeva un viandante.

– Chissà come fa questo povero viandante a conoscere il mio nome? Ma… questo è il mio principe! Oh ma è cieco!

E Raperonzolo scoppiò in pianto. Due lacrime caddero sugli occhi spenti del principe e…

– Che succede? – disse il principe – Raperonzolo, sei proprio tu! Ti vedo! Le tue lacrime mi hanno ridonato la vista! Ora nessuno ci separerà più!

E i due giovani, finalmente riuniti, lasciarono il deserto, presto raggiunsero il palazzo del principe e là si sposarono e vissero felici e contenti.

Anche il padre e la madre di Raperonzolo vennero a stare con la loro figliola che non avevano mai dimenticato, e la brutta strega, dalla rabbia, si rinchiuse dentro la torre e non volle mai più uscire.

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