Un piccolo Tordo era il più schizzinoso di tutti i suoi fratelli Non si accontentava mai di quello che gli portavano i suoi genitori nel nido.
Quando fu più grandicello e poté volare disse fra se:
— Sono sicuro che adesso che posso fare tutto da me riuscirò a trovare quello che mi piace.
Volando da una pianta all’altra, arricciando il becco ogni volta, perché ritrovava sempre gli stessi sapori che gli aveva propinato sua madre, finalmente capitò su una pianta di mirto, molto rara nei suoi paraggi.
— Queste bacche sì che sono buone — gridò con gioia non appena ne ebbe assaggiate un paio.
Finito il suo pranzo decise che non si sarebbe più mosso da lì. Era troppo comodo avere a portata di mano tutta quella leccornia.
Un uccellatore, che si era accorto della predilezione che il Tordo aveva per quella pianta, di nascosto spalmò un po’ di vischio su alcuni rami e così riuscì a prenderlo. L’uccello pianse calde lacrime quando si sentì immobilizzato, ormai in balia dell’uomo ed esclamò:
— Pazzo che sono stato! Per il piacere della gola mi sono rovinato per sempre!