Un Angelo dal cielo vide un uomo curvo sulla riva del fiume che piangeva. Sceso presso di lui gli chiese:
— Perché piangi?
— Mentre lavoravo — rispose l’uomo tra un singhiozzo e l’altro — mi è sfuggita l’accetta dalle mani ed è volata in acqua. Avevo solo quella e ora non posso più lavorare. Sono disperato!
Senza dire nulla l’Angelo si tuffò nel fiume e uscì dall’acqua con un’accetta d’oro.
— E questa? — chiese al Taglialegna.
— No — fu la semplice risposta.
L’Angelo, tuffatosi una seconda volta, tirò fuori un’accetta d’argento, ma, essendogli stato risposto dall’uomo che neppure quella era la sua, con un terzo tuffo venne ricuperata proprio l’accetta che il Taglialegna riconobbe come sua.
L’Angelo, apprezzata la sua onestà , per premio gli donò tutti e tre gli attrezzi pescati.
Un altro boscaiolo, venuto a sapere della fortuna capitata al suo collega, gettò appositamente la sua vecchia accetta nel fiume. Arrivò lo stesso Angelo, si tuffò nell’acqua e ne trasse un’accetta d’oro.
— E proprio la mia! — gridò il boscaiolo.
— Ah, sì? Sei uno sfacciato, bugiardo e disonesto. Sai che faccio? Non ti do né questa accetta d’oro, né ti ripescherò la tua.