Un Serpentello sta strisciando tranquillo fra una pietra e l’altra godendosi il primo sole primaverile, quando si accorge di un’ombra che si proietta sul suo cammino. Alza il capo un po’ timoroso per vedere di che cosa si tratta, ma purtroppo non ha nemmeno il tempo di sgusciare via che si sente afferrare da un becco adunco e pungente: è il temuto Nibbio.
L’uccello spicca subito il volo verso l’alto con appesa al becco la sua preda, che si divincola e si arrotola su se stessa finché riesce a mordere il suo rapitore.
Il Nibbio, colpito mortalmente dal morso velenoso, apre il becco e i due animali precipitano a terra insieme.
Il Serpente, essendo più leggero ed elastico, riesce a sopravvivere e, mentre l’uccello sta tirando l’ultimo respiro, gli dice:
“Se mi lasciavi strisciare tranquillamente senza rapirmi, tutto questo non sarebbe successo. Quindi hai quello che ti meriti! Addio, Nibbio, la tua malvagità ti è costata cara; quello che ho fatto io, invece, è solo per legittima difesa.”