Un Asino, un po’ vanesio, rimase lusingato dalla proposta che un giorno gli fece il Leone:
— Ti avrei scelto come mio compagno nelle battute di caccia. Penso che potremmo esserci di aiuto reciproco. Se ti va firmiamo un contratto per costituire una società.
— Onoratissimo — rispose ossequiosamente l’Asino — firmo subito: non avrai da pentirtene.
Una mattina si incamminarono verso una caverna dove avevano visto rifugiarsi un numeroso gruppo di Capre selvatiche.
II re degli animali si fermò sulla soglia con l’intenzione di catturarle una per volta a mano a mano che uscivano dal loro rifugio.
L’Asino invece era entrato lanciando ragli acutissimi per spaventarle e balzava addosso alle povere bestie causando un putiferio incredibile: una capra si accavallava sull’altra, altre ruzzolavano per terra fra un sonoro belare di protesta e di paura. Cercavano la salvezza nell’uscita. Proprio là invece trovavano chi provvedeva a eliminarle non appena mettevano fuori la testa. Il Leone aveva avuto il suo da fare, ma nessuna gli sfuggì.
Alla fine uscì anche l’Asino che con aria trionfante esclamò:
— Hai visto come sono stato bravo? Che tattica nel cacciare quelle cornute! Sarai ben contento del tuo socio!
— E come no? — rispose con una risata il Leone, leccandosi ancora i baffi.
— Anzi, a dirti la verità, avrei avuto anch’io paura di te se non ti conoscessi bene e non sapessi che non sei altro che un povero Asino!

