E’ piena estate, il caldo è soffocante. L’unica cosa che si desidera in questa stagione è bere acqua fresca.
Un Leone e un Cinghiale, assetati, si aggirano ognuno per conto proprio in cerca di una fonte. Aguzzando l’udito per individuare il rumore di un eventuale rivoletto, dopo tanto camminare e sudare, scoprono contemporaneamente una fonte. Vi si precipitano sopra, ma questa è tanto piccola che non riuscirebbe a dissetare due bocche come le loro nello stesso istante.
Incomincia così una lite furibonda. Ognuno dei due animali sostiene di essere arrivato per primo. Intanto l’acqua scorre e si disperde senza che nessuno riesca ad assaggiarne un goccia. La lite diventa battaglia feroce: morsi, graffiate, cariche dell’uno contro l’altro.
In un momento di pausa il Leone, che ha sentito un sinistro battito di ali, volge gli occhi al cielo e dice al suo avversario:
— Stiamo qui a combattere e a sudare per un po’ d’acqua e non ci accorgiamo che continuando così facciamo il gioco di quegli uccellacci lassù.
— Ah, sì, gli Avvoltoi! — esclama il Cinghiale allarmato. — Non aspettano altro che la fine di uno di noi per mangiarselo.
— Sai che ti dico? — prosegue il Leone. — Smettiamola e dividiamoci quest’acqua, ora un sorso a te , ora uno a me da buoni amici. Meglio così che diventare un buon pranzo per gli Avvoltoi.

