E’ stagione di caccia: fine settembre. I cacciatori hanno avvistato un Cervo. Questo poveraccio fugge a gambe levate, ma purtroppo nella grande prateria non trova un rifugio in cui nascondersi.
I cacciatori cercano di avvicinarglisi, perchĂ© da lontano non riuscirebbero a colpire un animale in fuga. Il Cervo, trafelato, continua a correre finchĂ© per fortuna trova una bella vite ricca di foglie e di grappoli d’uva quasi matura.
— Finalmente posso fermarmi qui sotto per non farmi vedere. Le foglie sono grandi e hanno ormai un bel colore rossiccio con cui il mio manto si può confondere…
Infatti, accovacciato sotto la vite, passa inosservato agli occhi dei cacciatori non appena costoro arrivano sul luogo.
Illuso di averla passata liscia, quando gli sembra che le voci si siano dileguate incomincia a brucare le foglie della Vite. Un cacciatore che sta continuando a perlustrare tutta la zona, a un certo punto si accorge che qualcosa fa muovere e crepitare le foglie. Guarda meglio e subito grida ai compagni:
— Venite qua! L’ho trovato!
I cacciatori allora accerchiano la povera bestia terrorizzata e con un paio di colpi di fucile la uccidono.
Mentre sta tirando l’ultimo respiro, il Cervo ha il tempo di mormorare, straziato dal dolore:
— E’ tutta colpa mia, non dovevo arrecare danno, anche solo mangiando qualche foglia, a questa Vite così generosa che mi aveva salvato!

