Il Cigno e il Suo Padrone | Esopo | Favole per Bambini

Il Cigno e il Suo Padrone

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Si usa spesso l’espressione “il canto del Cigno” per indicare la cosa piĂą eccelsa fatta da una persona per l’ultima volta. Si dice infatti che il Cigno prima di morire emetta il suo canto piĂą bello.

Un ricco signore, volendo abbellire il parco della sua villa, vi fece costruire un’ampia vasca con fontana e la popolò di anatre dalle penne variopinte e cangianti. Poi vi aggiunse un Cigno che spiccava per il suo candore e la grande eleganza. In veritĂ  quel signore fu indotto ad acquistare questo volatile perchĂ© gli era stata magnificata la sua voce melodiosa.

Un giorno in villa fu offerto un gran pranzo con molti invitati e alla fine il padrone volle allietare la serata con un po’ di musica.

Vennero assoldati musicanti che eseguirono pezzi classici e ballate popolari; poi fu annunciata agli ospiti la partecipazione straordinaria di un cantante d’eccezione: il Cigno.

Tutti attendevano con curiositĂ , specie il padrone, ma ahimĂ©, quale non fu la delusione generale quando, dopo tante insistenze, il becco dell’elegante uccello rimase ostinatamente chiuso, muto.

Dopo qualche mese il Cigno si ammalò gravemente e, quando si sentì vicino alla morte, intonò un canto di dolore così melodioso nella sua tristezza che tutti coloro che lo sentirono ne subirono un fascino struggente.

Il padrone, uditolo, accorse presso di lui e gli disse con amarezza:

“Se avessi saputo che ti decidevi a cantare, e così bene, solo quando stavi per morire, non sarei stato tanto stupido da lasciarti vivere per tanto tempo!”

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